In memoria del giudice Borsellino

Il 19 luglio 2013, tutta Italia ricorda l’uccisione  del giudice Borsellino. Oltre a Paolo Borsellino, morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi , Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni.
Dopo 21 anni, i mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, sono ancora sconosciuti. Inchieste giudiziarie perse, altre archiviate, o ancora in corso.
 Dopo la morte di Falcone, il giudice Borsellino, avrebbe voluto testimoniare davanti i suoi colleghi nisseni, continuava a ripeterlo anche ai giornalisti, ma nessuno lo ha mai interrogato. Perché?
Pochi giorni prima di essere ucciso il pm aveva parlato...
della sua condizione di «condannato a morte». Sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra e di essere stato abbandonato dallo Stato.
«Non è solo la mafia che vuole uccidermi» svelava alla moglie il giorno prima di essere ammazzato.
 E mentre a Palermo, con un processo che si è ufficialmente aperto il 27 maggio 2013, si cerca la verità sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, a Caltanissetta si è  avviato un altro dibattimento che dovrà riscrivere, di nuovo, la storia della strage di via D’Amelio.
Ora si riparte dell’agendina rossa. Quella che Paolo Borsellino portava sempre con sé, nella sua borsa. Anche quel 19 luglio 1992. In questa storia gli attori principali sono stati falsi pentiti, menzogne, intrighi. Le nuove indagini, adesso cercano di trovare nuovi riscontri attraverso le testimonianze del pentito di mafia, Gaspare Spatuzza  La storia di via D’Amelio, forse, rimarrà una di quelle storie irrisolte. Come la storia sulla trattativa tra Stato e mafia avviata in quei mesi delle stragi, di cui lo stesso Borsellino sembrava essere al corrente.
Tutto quello che è avvenuto dalla strage di Capaci in poi, è ancora avvolto da troppe nebbie. In questi anni abbiamo assistito a depistaggi, a polemiche infinite su arresti eccellenti a “ritorni di memoria” e smentite fra ministri e politici.

Una buona notizia forse c'è: pare che lo Stato, attraverso i politici, per volontà dei familiari di Paolo Borsellino, si terrà ufficialmente alla larga da tutte le commemorazioni in onore del giudice palermitano. 



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