Ma in Italia abbiamo il diritto di curarci? (Lo sciopero bianco dei medici di Brescia)

Il Popolo de I Forconi Iblei ha più volte lottato per la difesa di diritti costituzionalmente garantiti, ma oggi, continuamente calpestati. Fra questi, in primo luogo, vi è sicuramente il diritto alla salute e quindi il diritto di curarsi. Eppure anche nella nostra piccola provincia, a due pasi da casa nostra, c' è chi ha visto negarsi questo diritto, Mariella Russo ad esempio, che non ha visto riconosciuta la sua grave patologia, Mauro Terranova che nonostante un'ordinanza di un giudice non ha diritto a scegliere di curarsi con le staminali.
Per quanto riguarda le cure staminali è legittimo chiedersi, perché tanta avversione a questa cura anche se sperimentale? Invitiamo tutti a immedesimarsi
per un attimo: ti diagnosticano una grave malattia. Per prima cosa chiedi: come posso curarmi? Ti rispondono non c'è cura. Sei lì, che devi fare? Rassegnarti a morire senza far nulla? Di certo, provi a sentire altre versioni. Poi viene pinco pallino e ti dice sai se prendi il bicarbonato stai meglio. Sembra assurdo, ma ci provi: è un tuo diritto provarci, anche perché non hai altra scelta. Vorremmo far capire a coloro che avversano la cura con le staminali, perché non è dimostrata la loro efficacia, perché si sentono l'obbligo di difendere questi ammalati, di certo vulnerabili psicologicamente, da truffatori, ecco vorremmo loro dire: Lasciate a questi ammalati il diritto di decidere, lasciate loro almeno una speranza!
Di seguito un estratto di un comunicato pubblicato dal movimento Vite Sospese.

Sebbene siano stati dimostrati sia, l'assenza di effetti collaterali, sia piccoli miglioramenti dei pazienti, senza alcuna giustificazione, si sta tentando, da parte di alcuni scellerati, di cancellare l'unica alternativa a una vita tristissima e ad una morte certa e terribile. Infatti con l’aiuto anche dei media che hanno condotto una vera e propria campagna infamante nei confronti di Stamina si è ottenuto che alcuni medici decidessero per uno sciopero bianco e che sul caso siano ascoltati i NAS e L’AIFA (Agenzia italiana del farmaco). Cosa c'entrano i NAS con le cure compassionevoli praticate a Brescia? Cosa c'entra l'AIFA che non ha competenza a intervenire per tali cure, dato che in comunicato essa stessa dice “nessuna autorizzazione è prevista dal Decreto del Ministro della Salute Turco-Fazio del 5 dicembre 2006”?
E’ importante ricordare a chi legge, che il D.M. 5 dicembre 2006 (Legge Turco-Fazio – cure compassionevoli) è tutt'ora in vigore. Rappresenta il più alto esempio di civiltà giuridica in quanto riconosce ai pazienti affetti da malattie senza terapia e ad esito infausto il diritto di ricorrere, presso strutture pubbliche, a terapie avanzate a base di cellule staminali, senza l'autorizzazione dell'AIFA. Ben diverso, quindi, dal ricorso a inutili e costosi medicinali analgesici oppiacei.
Inoltre la legge 53/2013 prevede che le strutture pubbliche in cui sono stati comunque avviati, trattamenti su singoli pazienti, possono completare i trattamenti medesimi. Questa legge tiene conto di un principio etico, largamente seguito in sanità, secondo cui un trattamento sanitario avviato che non abbia provocato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto. La prosecuzione delle cure in modo continuativo deve essere assicurata anche per rispettare il principio del “beneficio massimo di colui che soffre” che obbliga al “massimo di impegno operativo, da parte di chi è chiamato a decidere, contro ogni forma di “degrado” del paziente, tenuto conto dei profili di ordine biologico, (mangiare, bere, respirare, reagire agli stimoli, etc),  psichico (serenità, momenti di letizia, soddisfazione), di profili di carattere morale, inerenti ai parametri del dolore, (paura, ansie, patimenti..etc), e aspetti di natura esistenziale, relativi alla qualità di vita (microquotidianità, relazioni interpersonali, etc)”.
Ovviamente tale “sciopero bianco”  mette a rischio la prosecuzione dei trattamenti già avviati e non tiene conto del diritto alla salute, alle cure e alla vita dei pazienti.
 Chiediamo un momento di riflessione, a quanti con avvilente servilismo, stanno favorendo una simile azione disumana.

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