Un ragazzo diciasettenne di Palermo ci ha fatto avere questo suo pensiero, che in fondo è un appello al mondo degli adulti. Questo ragazzo dice di sentirsi ad un bivio, ma in realtà le sue parole pongono noi adulti davanti ad un bivio: è giusto abbandonare i nostri ragazzi ad un futuro buio, privo di qualsiasi aspettativa, nell'impossibilità di progettare una famiglia ? O forse dobbiamo alzare la schiena e chiedere i nostri diritti, fra cui il diritto di assicurare un futuro a tutti? Forse dovremmo fare ciò che questo "ragazzino immaturo" ci chiede a nome suo e di tutti i suoi coetanei.
Leggete e se volete lasciate il vostro commento.
Il Popolo de I Forconi Iblei.
"Rabbia studentesca
Prima di intraprendere la stesura del testo,per educazione, è corretto
ricorrere alle dovute presentazioni: il mio nome è Alessandro Migliore,
ho 17 anni e sono uno studente del liceo classico G. Garibaldi di
Palermo; “Come ha detto? Uno studente?!” Esatto signori. Avete presente
quella branca della società che voi definite come “ragazzini immaturi
che stanno procurando disordine nelle scuole”? Ecco, io sono il ”primo”
ragazzino immaturo e ho qualcosa da dirvi. Dunque, per chi si aspettasse
un testo scritto da un giornalista, un politico, un poeta o
chicchessia, sono desolato di doverlo deludere; Chi invece ha voglia di
starmi ad ascoltare, lo ringrazio e spero che riesca a cogliere il vero
significato di ciò che vi dirò. Cos’è che mi porta a scrivere? Cos’è che
mi porta a mettere per iscritto ciò che tengo chiuso dentro? La
risposta è semplice: la rabbia. Una rabbia che è stata sepolta per
troppo tempo e che da un giorno al altro ha deciso di uscire fuori, come
se abbia aspettato così a lungo solo per incrementare l’esplosione
finale. Ma quest’emozione , in fondo, è del tutto giustificata: anche
per me è giunto l’anno della maturità, e come ben sapete ciò che
accompagna ogni studente per l’intera durata dell’ultimo anno è un
grosso senso di stress, di timore e perché no, anche una forte rabbia.
Sciocco pensare che queste emozioni nascano soltanto dall'avvento degli
esami, la verità va ben oltre: Ogni studente dell’ultimo anno viene
messo di fronte ad un bivio e gli viene posta una domanda: “Cosa farai
per il resto della tua vita?” lasciando il soggetto confuso,
disorientato e impaurito di fronte a tale scelta così ardua. Dunque,
qual è la reazione? Si comincia a pensare al proprio futuro, si
cominciano ad analizzare determinate situazioni sotto un altro punto di
vista, si comincia ad immaginare una vita lontana dai propri genitori e,
se tutto va bene, lontana da questa Nazione patologica. Mi piace
definire quest’anno come “L’anno della consapevolezza”, perché,
purtroppo, ogni studente, ragionando su determinate situazioni, comincia
a rendersi conto di ciò che ci circonda e, ahimè, si rende conto del
fatto che la nostra Patria non ci offra un futuro. Ed ecco spiegato il
motivo di questa rabbia che mi spinge a scrivere. Io penso che sia
assurdo che un giovane debba sperare di dover abbandonare la propria
Patria, la propria casa, la propria famiglia, solo per poter ottenere
una vita degna di essere chiamata con tale nome. L’Italia è una nazione
malata, delineata da due schieramenti:chi sta sopra a governare e mangia
tutto il pane, e noi, il popolo, che ci accontentiamo delle briciole
che, a volte, ci vengono pure sottratte. I movimenti studenteschi, i
cortei, le manifestazioni, rappresentano la maggioranza delle poche
forme di protesta che il popolo italiano attua, un popolo che dovrebbe
essere unito, un popolo che dovrebbe cacciare i barbari e riprendersi la
propria dignità, lo stesso popolo che poi critica e ostacola ciò che
noi studenti in piccolo tentiamo di fare. La protesta non è nostra, la
protesta è di tutti, la protesta dovrebbe nascere dalla nostra dignità
di essere umani, dalla nostra voglia di riprenderci ciò che ci
appartiene; invece la speranza sembra essersi spenta in tutta la
nazione.Noi studenti abbiamo bisogno del vostro aiuto, non delle vostre
critiche. Noi studenti, in quanto futuro della Nostra Patria, abbiamo
bisogno dell’appoggio di chi questa Terra l’ha vissuta e imparato ad
amarla. Io sono stanco di continuare a far finta che vada tutto bene
illudendomi che studiando riuscirò ad ottenere un posto nella mia
Nazione, stanco di vedere gente senza più voglia di vivere alla quale è
stata sottratta anche la dignità,stanco di vedere la nostra Nazione
condannata ad un’eterna Oligarchia; e voi? L’Italia siamo noi, il
popolo, ed è ora di unire le forze e tirare fuori tutta la rabbia che
abbiamo imparato a soffocare col tempo."
Nessun commento:
Posta un commento