Il Giornale Ibleo sulla manifestazione de I Forconi a Chiaramonte


Manifestazione per commemorare i cosiddetti “suicidi di Stato” o,  come preferiscono chiamarli, “omicidi di Stato”, organizzata a Chiaramonte in piazza Duomo dai Forconi insieme a tutto il Coordinamento 9 dicembre. Un enorme striscione recita: “i poveri non possono aspettare”, un altro “salviamo i marò basta omicidi di Stato”. Gli aderenti al movimento  indossano un cartello al collo in cui vengono raccontate le storie delle persone che, purtroppo, hanno deciso di suicidarsi a causa della perdita del lavoro. Infine, davanti al palco, una serie di croci simboliche che rappresentano, appunto,
i suicidi avvenuti a causa della crisi. Ma c’è poca partecipazione: a parte i militanti, fra il pubblico sono presenti ben pochi cittadini. Hanno assistito il sindaco di Chiaramonte, Vito Fornaro e il sindaco di Giarratana, Bartolo Giaquinta. Claudio Pluchino, modicano, racconta la sua storia simile a quella di tanti altri che, in questi anni, a causa della crisi economica hanno perso il lavoro: “Noi vogliamo ancora dare la speranza. Bisogna lottare. La mia azienda è fallita da cinque anni. Ora sono qui”. Dal palco, Franco Pitino, coordinatore provinciale, dichiara: “Sappiamo dai dati ISTAT che dal 2010 al 2013 ci sono stati ben 850 suicidi. Il popolo dei Forconi non è solo un movimento di protesta, ma anche di proposte.  Abbiamo incontrato prima Lombardo, poi Crocetta ma purtroppo sembra di parlare con un mondo di alieni. E’ come se a loro non importasse niente del fatto che le imprese falliscono, che i giovani emigrano e che i cittadini si tolgono la vita. Noi popolo dei Forconi non ci riconosciamo in questo Stato, vogliamo recuperare per noi e per gli altri la dignità”. E di dignità parla anche la segretaria Daniela Boscarino: “La lista dei suicidi si allunga nell’indifferenza di tutti. Alcuni li chiamano vigliacchi. Io non sono d’accordo, perché hanno dedicato la loro vita al lavoro. Quando lo perdono, pensano di aver perso anche la loro dignità. Ma chi ha fallito non è l’imprenditore, è lo Stato”. Il vice coordinatore provinciale, Pippo Pardo, chiede che venga rispettato un minuto di silenzio, al termine del quale lancia la proposta: “Abbiamo iniziato da Chiaramonte, ma faremo una specie di tour. Dico ai sindaci: lo Stato vi impone di essere solo degli esattori di tasse, unitevi tutti i sindaci dei 400 Comuni della Sicilia e iniziamo insieme una rivoluzione culturale”. Molto applaudito l’intervento di  Desirèe di Franco, coordinatrice provinciale dei giovani Forconi, che  ringrazia ironicamente la platea: “Grazie ai miei compaesani assenti. Non sentono la crisi? Dove sono i giovani?”. Si susseguono sul palco altri interventi e, infine, l’invito della Di Franco al sindaco di Chiaramonte: “Da che parte sta? Ascolti il nostro grido d’aiuto, salga sul palco”. Ma il sindaco, pur essendo presente, non è salito. La Di Franco  ne chiede le dimissioni. Infine, dopo un applauso sia per i suicidi a causa del lavoro, sia per i marò, vengono liberati  dei palloncini bianchi con un bigliettino legato all’ estremità.

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