L'indifferenza e la malafede.

Cosa successe in quei giorni fatidici dopo il 16 Gennaio 2012 non è cosa facile a capirsi. Di certo pose uno spartiacque tra un ormai consapevole senso di impotenza e di arrendevolezza e una rinata voglia di sperare e di indignarsi e di scommettersi. Erano i "Forconi" che in modo forse presuntuoso e impertinente osarono dire ciò che non si poteva. Ma erano tutti "Forconi"? No! Di certo no, i "Forconi" erano quattro "impertinenti picciotti" che erano forti di una ragione e di una consapevolezza, ovvero
che la misura era colma. Tanto è vero che una popolazione si riversò nelle strade a gridare il proprio malessere. Avvenne quello che tutti sappiamo, il sistema, l'apparato, non potendo attaccare il contenuto, attaccarono il contenitore, cosa che gli riuscì anche facile vista la differenza di forze in campo. Ma oggi possiamo dire che il sistema non ha avuto la meglio, lo dimostra il fatto che il gruppo è sempre in auge trainato da un sentimento di rivalsa forte che trova eco nel contesto dove viviamo. Tutto questo non sarebbe stato possibile, se alla base non ci fosse una genuinità di fondo, che si scontra con due sentimenti di diversa natura, l'indifferenza e la malafede. L'indifferenza è ciò che siamo e dove nascondiamo le nostre colpe e anneghiamo la nostra coscienza. E' la cosa che ci fa più male. Il caso Pacetto ne è la rappresentazione in tutte le sue sfaccettature. Abbiamo bisogno di emotività collettiva per muoverci, dopo ci assopiamo. E' necessaria una svolta, siamo diventati adulti, gli eventi non ci hanno travolti, siamo ancora qui. Qualcosa avranno questi da dire! E' il momento di uscire e stuzzicare l'indifferenza che ci pervade, l'indifferenza che è nel nostro amico che ci guarda disinteressato ma che vorrebbe essere incitato. La malafede non voglio neppure commentarla, la lascio a coloro che non capiscono cosa vuol dire partire ed andare ad una riunione o ad un incontro togliendo tempo e risorse alla propria famiglia ed alle proprie cose, avendo il piacere unico di stare assieme con gente come te. E' il momento del coraggio e della determinazione, dove il sentimento di gruppo prevale su quello del singolo, dove la meta è un obiettivo condiviso. E' necessario essere inclusivi e non esclusivi, ponendo alla base delle nostre lotte un atteggiamento forte, determinato, ma allo stesso tempo di incontro verso l'altro, verso colui che magari è rimasto indietro. Ecco proprio in questa visione si potrebbe risolvere il problema "Pacetto", fuggendo da logiche meramente utilitaristiche e di profitto ma di carità e di pietà da parte di chi ha acquistato. In questa ottica porgiamo un accorato appello a codesti signori a che si possa rientrare nella vicenda dando segnali di ritrovata umanità.

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